Quando la madre smette di comunicare: un esempio visivo

Lo Psicologo Americano Edward Tronick, studioso di psicologia dell’età evolutiva, nel 1978 ideò una situazione sperimentale che evidenziava gli effetti dello stato emotivo della madre sul comportamento del figlio, scegliendo bambini nei primi 6 mesi di vita.

In particolare, Tronick voleva studiare quali reazioni mostrasse il bambino nel momento in cui la mamma cessava qualunque espressione emotiva ed il suo viso rimaneva immobile (still face).

Qui di seguito il video con le immagini della situazione.

Dopo una prima fase interattiva il viso della mamma si immobilizza ed il bambino manifesta evidente disagio. Lo stress del piccolo aumenta progressivamente con il fallimento dei propri tentativi di ripristinare la relazione: inizialmente il bambino cerca di comunicare in ogni modo (accentua il sorriso, le vocalizzazioni..), poi se la madre rimane inespressiva cerca di gestire da solo il disagio che ciò gli comporta: evita di guardare la madre, stabilisce contatti con parti del proprio corpo (dito in bocca), manipola gli oggetti che ha vicino per trarne un piacere vicariante.
Immaginiamo nella realtà quale influenza possa avere su un bambino l’interazione con una madre depressa.

Cosa dimostra questo video?

Innanzitutto dimostra che l’essere umano fin dai 3-4 mesi di vita è attivo nella interazione con la madre, cioè è capace di adoperarsi per ripristinare la relazione.
Inoltre, se il bambino è in contatto con una madre che non interagisce con lui (come nella depressione, nei lutti…) e in quel caso si comporta da cattivo genitore, le ripercussioni sul suo carattere saranno devastanti. Si può parlare in tal caso di attaccamento disorganizzato (sopra descritto) così come evidenziato da Mary Main; esso in molti casi conduce allo sviluppo di tratti psicotici o ad altri gravi disturbi psichici

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